Come ottenerli, e quanto è possibile risparmiare affidandosi ad un operatore privato come Cogea Corporation per la raccolta dei rifiuti
La TA.RI., Tassa sui Rifiuti, rappresenta uno degli oneri locali più rilevanti per i cittadini e le imprese italiane: come spiegato direttamente all’interno del sito del Dipartimento delle finanze, infatti, si tratta del “tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi”.
Ogni ente occupante un locale per la propria attività, ogni cittadino o famiglia che viva all’interno di qualsiasi tipologia di immobile è quindi soggetto al pagamento di questa tassa che grava notevolmente sulle tasche degli italiani.
Tuttavia, non tutti sono a conoscenza delle possibilità di riduzione o esenzione previste dalle normative attualmente in vigore: se per il comune cittadino l’attestazione – al proprio comune di provenienza – di una situazione economica famigliare difficoltosa o della disabilità è sufficiente a garantire sgravi fiscali ed esenzioni, la questione è più complicata per le piccole e medie imprese. Cogea Corporation è in grado di permettere, tramite i suoi servizi, alla piccola o media impresa di attenuare le spese sui rifiuti ottenendo questi sgravi fiscali da parte del proprio comune.
Abbiamo intervistato l’ingegnere ambientale Andrea Pianura, e inizieremo snocciolando la questione TA.RI., spiegandone i dettagli in merito a come è composta, come è possibile ottenere sgravi fiscali anche da migliaia di euro ogni anno, e quali documenti siano necessari per la loro richiesta.
1. Comprendere la Tassa sui rifiuti
La TA.R.I è una tassa che può variare significativamente da comune a comune, ma è sempre composta da due parti: una parte fissa e una parte variabile.
Per quanto riguarda la parte fissa, il pagamento da parte di tutte aziende è obbligatorio, e l’importo da pagare è calcolato, direttamente dal comune, in base ai metri quadrati dei locali ad uso dell’attività ed al loro utilizzo. Prendendo l’esempio di un supermercato munito di bar e parcheggio, il costo al m2 sarà decisamente più alto per il bar che per la parte adibita a supermercato, mentre sarà l’area dedicata al parcheggio a gravare meno di tutte le altre componenti nel calcolo per la tassa sui rifiuti.
Per la TARI è però la componente variabile quella su cui è importante focalizzarsi: proprio questa parte può essere sgravata in modo significativo o azzerata, ed è importante conoscerne le dinamiche per risparmiare.
Il bilanciamento tra parte fissa e parte variabile, e di conseguenza il risparmio che un’azienda può aspettarsi di ottenere, varia da comune a comune. Cogea Corporation lavora con imprese attive all’interno di tutta la regione Lazio, e per dare una stima esemplificativa di questo bilanciamento possiamo dire che nel comune di Roma si attesta – in tutte le zone della Capitale – intorno al 35% parte fissa e 65% parte variabile.
A Pomezia, invece, la parte fissa è calcolata intorno al 60%, mentre la parte variabile intorno al 40%.
2. Come ottengo gli sgravi fiscali sulla TARI?
La parte variabile della TARI può essere scontata o addirittura azzerata se viene comprovato che la piccola/media impresa ha affidato ad un ente privato, come Cogea Corporation, la raccolta e la gestione dei propri rifiuti.
Innanzitutto, quindi, è necessario sottoscrivere un contratto con un’azienda privata, in sostituzione dell’ente pubblico, per la raccolta dei rifiuti.
Sarà poi fondamentale anche specificare che tipo di rifiuti si produce, perchè è proprio tramite questo che il comune calcolerà l’entità dello sgravo fiscale da garantire all’azienda.
Il rifiuto infatti può essere smaltito o recuperato, e se lo smaltimento comporta il semplice trasporto del rifiuto verso la discarica, il recupero garantisce allo scarto dell’impresa una nuova vita, tornando ad essere – almeno parzialmente – materia prima.
Se si attesta il recupero dei rifiuti prodotti dalla propria azienda, l’entità del risparmio legato agli sgravi fiscali sarà maggiore.
Proprio in materia contratti tra le aziende e l’ente privato per la raccolta dei rifiuti, è importante conoscere che ne è stata recentemente aggiornata la normativa (art.152 del 2006): a partire dal 2023, infatti, la durata minima del contratto tra l’impresa e l’azienda specializzata in raccolta dei rifiuti passa da 5 a 2 anni.
3. Quali documenti presentare al comune?
I documenti da presentare al proprio comune di provenienza sono tre: l’attestazione dell’impresa autorizzata che ha effettuato il recupero dei rifiuti, i FIR ed il contratto relativo ai servizi compiuti dall’azienda specializzata in raccolta dei rifiuti.
Se per le merci esiste il DDT, il FIR, Formulario di Identificazione del Rifiuto, è il suo corrispettivo per la raccolta dei rifiuti. All’interno di questo documento viene attestata la produzione del rifiuto da parte dell’attività, l’azienda che si è occupata del trasporto e la ditta di destinazione del rifiuto.
Questi sono i documenti fondamentali per presentare la richiesta di esenzione relativa alla TARI, ma è da tenere presente che il comune potrebbe richiedere ulteriori integrazioni documentali in base alle singole situazioni specifiche.
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